PESARO ARTE & CULTURA 27 Settembre 2019 Critica Poetico-Artistica Di Yuleisy Cruz Lezcano

ARTISTI

Agnieszka Smigielska

Di sé l’artista, di origine polacca, racconta: ‘Sono molto amante della natura e dell’arte. La mia è una grande passione amatoriale, volta a creare oggetti, utilizzando la tecnica Quilling (filigrane di carta) che mi appassiona.’

Con la sua espressione artistica, Agnieszka, ha scelto la carta. Il quilling è una tecnica che consiste in un primo passaggio pratico, in cui si srotolano strisce di carta colorata per creare disegni decorativi.

L’origene di questa manifestazione artistica risale forse al secolo II D.C. in Cina, epoca storica in cui fu inventata la carta e gli origami. Quindi la tecnica Paper Quilling ha origini molto antiche; già in epoca rinascimentale questa curiosa forma d’arte trovava spazio negli ambienti monastici, dove veniva utilizzata per decorare copertine di libri e manoscritti.

A prima vista, questa, sembra una tecnica semplice, invece non lo è affatto, perchè conta di una fase progettuale, in cui l’artista decide cosa vuole rappresentare e sceglie i colori. Poi occorre tanta manualità, ostinazione e pazienza…

In effetti, le opere artistiche di Agnieszka sono un concentrato di buon gusto, stile e pazienza, che l’artista concretizza con  dedizione. I suoi lavori sono belli, originali e soprattutto sono pezzi unici, che trasmettono energia positiva nella loro fattura delicata e minuziosa.

Le figure sono eseguite in modo equilibrato. I mandala, che spesso rappresenta, si possono interpretare sia in modo centripeto, sia in modo centrifugo.

Le sue elaborazioni sembrano quasi note musicali, una sinfonia di colori, che dona pace interiore e serenità a chi le guarda.

Si coglie in queste opere un mondo onirico in rilievo, quasi come se la fantasia volesse uscire dal quadro. Le raffigurazioni sono molto gradevoli, adatte ad ambienti moderni e minimalisti, danno luce e catturano lo sguardo.

Cristian Bellini

Cristian Bellini, un artista tanto eclettico quanto sperimentatore, grazie alla molteplicità delle sue esperienze e ovviamente alla sua capacità di trasferire figurativamente uno stato d’animo, una sensazione, un concetto…

E questi concetti arrivano al fruitore delle sue opere, molto semplicemente, molto direttamente, anche perchè viene stimolata la curiosità di chi guarda, e questi rimangono colpiti dalle scelte cromatiche, dagli accostamenti di materiali, di tecniche pittoriche.

Molto particolare poi nei suoi dipinti figurativi la scelta di rappresentare così spesso il denaro, la carta moneta così come le monete in metallo che spesso vengono inglobate fisicamente nel dipinto, diventando un tutt’uno e trovando quindi una dimensione nuova, mai vista prima. Gli effetti cromatici sono poi molto interessanti e colpisce il vedere come accostamenti anche insoliti, in realtà sono al posto giusto, ottengono l’effetto giusto.

Non si può poi non menzionare i disegni di Cristian, realizzati quasi tutti con penna su carta, in una meticolosità del tratto, in un contrasto tra bianco e nero che affascina, rende quasi magico l’effetto ottico di intravedere in quei segni una figura, un oggetto. Si tratta di piccoli capolavori che amplificano la capacità di far scaturire il soggetto dell’opera, quasi in simbiosi con lo spettatore e i suoi stati d’animo.”

Cecilia Rosina

I suoi paesaggi, spesso, rispondono al quesito di perché fermare l’istante se non si riesce a fermare il tempo? Le sue tele fermano, insieme ai colori, le emozioni, con una carica di stupore senza voce. Il viaggio al quale invita lo sguardo è, spesso, un volo di onde sul Golfo di Sorrento. L’innesto di fantasia nella ricerca di tonalità vivide non è forzato, ma sincronizza con la realtà una nuova realtà.

Le raffigurazioni dell’artista sembrano reagire con lo sguardo per consegnare una risposta ai sensi. Le evocazioni emozionali, di frequente, manifestano una dicotomia fra la nostalgia e la gioia, così da ricollocare l’elemento paesaggistico in un’interpretazione più ampia.

Daniela Cantergiani

La sua pittura potrebbe essere accostata alla pittura astratta, ma a differenza delle pitture astratte comuni spesso mentalmente richiama, nell’immaginario, oggetti reali, anche se le forme e colori somigliano vagamente agli oggetti fisici da cui traggono origine.

La sua rappresentazione usa linee, geometrie e accostamenti di colori, che evocano emozioni profonde e incoscienti.

Daniela impiega la sua arte come strumento per accedere direttamente alla mente degli spettatori.

I suoi colori puliti, naturali e brillanti, sono di grande impatto visivo ed emozionale.

Eros Mariani

Con le sue sculture in ferro l’artista non si limita a dare forma al metallo colpendolo, ma lo modella, prende il materiale e lo costringe nel perimetro di una figura. Lo sottomette, lo addomestica e lo avvia alle regole dell’arte, ad un lirismo figurativo che proviene sia dall’intuizione che dal sapere. Eros è un artista plastico che trasforma il ferro in figure femminili e non solo, ma estrae dalle figure il mito, esprimendo, insieme, l’universo onirico e quello immaginario. Attraverso le sue opere si coglie le sue inquietudini primordiali, che l’artista rappresenta tramite l’esplorazione della natura umana e, in particolare, la relazione del corpo con la femminilità.

Le sue sculture raccontano la relazione della donna con le altre creature, il suo potere riproduttivo, di cambiamento, tramite la metamorfosi, così come rappresentano il mondo reale e ingenuo del volto femminile in contrasto con l’erotismo del corpo.

Felice Arcamone

L’artista possiede la rara qualità di dipingere in maniera leggera ed armonica, con un contrasto cromatico e dalle immagini lievi e soffici.

Le sensazioni che trasmettono i suoi quadri sono di un mondo armonico, arioso, positivo che è un tutt’uno con chi guarda il dipinto.

Oltre a ritrarre persone, la natura acquista cosi una propria finestra espressiva che trasporta lo spettatore ad ammirare la bellezza di luoghi, paesaggi, cose, con una precisione quasi fotografica.

I suoi quadri emozionano in modo leggero ma trasmettendo soavità e voglia di vita, chiari segni di quella mediterraneità dell’autore, che parla continuamente tramite le sue pennellate.

Gabrio Vicentini

Quando penso alla pittura astratta mi viene in mente la frase di Kandinski che racconta il significato che ha la sua pittura per lui: “espressione di sentimenti che si formano nel mio interiore …”

In effetti è questo che rappresenta la pittura di Gabrio Vicentini, un corredo di emozioni, che non richiede nessun bagaglio culturale filosofico esteso, nemmeno conoscenze profonde sulle arti estetiche, ma basta aprire la mente e aggiustare lo sguardo per porre davanti alla tela la propria sensibilità. Le lezioni accademiche qui non servono, il razionale può attendere per un attimo, affinché le emozioni prendano il sopravvento. Così si possono apprezzare le tele di Gabrio, perché in ogni tela i colori esprimono sentimenti, ogni pittura è una storia: la storia surreale, che racconta l’artista, che dipinge con le sabbie del Po.

Giorgio Maria Palma

La sua arte si orienta su un filone dell’espressionismo astratto, nato nel secondo novecento americano sotto la voce di action painting. Le sue pitture in effetti usano i colori con violenza deformante in cui non è riconoscibile alcuna figurazione ma una sorta di primitivismo trasferimento dei colori con violenta energia psichica.

L’artista riempie così tutta la tela con altrettanta paura del vuoto e ogni dipinto si presenta come un tutto pieno che dà la sensazione dell’entropia con un  rituale quasi sciamanico. La sua opera coinvolge lo sguardo dello spettatore con schizzi di colore primari brillanti, che rappresentano quasi un urlo cromatico capace di gettare i sensi di chi guarda verso una rappresentazione magica tutta da interpretare.

Giuseppe Zanda

La sua pittura percorre la tela con pennellate morbide. Egli si esprime con una sintesi cromatica tenue, con spazi confluenti fra i colori, nei quali un colore si avvicina, fluisce in modo delicato nell’altro. Sono frequenti le macchie, non spinte verso gli estremi, ma estese in modo scorrevole.

Nelle tele del pittore si può cogliere qualche nota d’ispirazione sia dal post-impressionismo che  dall’arte astratta.

Le sfumature di colori che Zanda adopera, sono molto accurate e quindi l’apparente disordine crea emozioni forti. È indiscutibile che questo pittore sa bene come parlare con le mani, sa raccontare il paesaggio in un modo tutto suo, creando una carezza quando le sue tele avvicinano il contatto visivo dello spettatore.

Lilian Rita Callegari

I suoi dipinti possono essere accostati, con qualche nota di differenziazione stilistica e di ricerca di nuove forme, al movimento di astrazione lirica nato a Parigi dopo la seconda guerra mondiale. In effetti le pennellate gestuali sono caratterizzate da un fondo espansivo che può racchiudere in sè qualche nota di surrealismo, ma soprattutto esprimono emozioni alla ricerca di un “io interiore”.

L’artista bilancia in modo elegante i colori carichi di contenuto onirico e di armonia che contrastano con immagini dissonanti piene di angoscia riprodotte da altri gruppi di espressionisti. La scelta stilistica adoperata mira a rappresentare la realtà oggettiva così da convogliare gli spettatori alla ricerca delle emozioni. In tal modo la sua pittura, libera da preconcetti, consente a ciascuno di lasciarsi andare e meglio interpretare le proprie sensazioni.

Maria Luigia Ingallatti

Considerare Maria Luigia Ingallati una pittrice risulta altamente riduttivo. In lei si parte da lontano, dai suoi studi sulla grafologia, sulla storia medioevale o sull’elemento esoterico che ha un ruolo fondamentale nella città di Bologna, sua terra di adozione. La sua curiosità e la sua mente analitica ma sempre dinamica la fa spaziare appunto tra tante forme di espressione, letteraria e visiva. Qui ci soffermeremo su quest’ultima, dove si passa da una sorta di rappresentazioni naif della realtà (eventi, persone incontrate, flash di momenti significativi…) ai paesaggi ed alberi di Bologna, usando gli acquerelli e poi la tempera.

La maturazione avviene poi con la serie di ballerine di Degas, quasi un omaggio al maestro. Qui si ha la sensazione che il mondo sia movimento, grazia legata alla danza e ai suoi sacrifici di cui si vede lo stare sulle punte, ma sempre col sorriso. Il mondo attorno alle ballerine non esiste, lo spazio è riempito di turbini concentrici, tutto è dinamico, ma sempre in modo regolare, disciplinato. I colori sono vivaci, catturano l’occhio dello spettatore, ma anche la sua mente, emozionandolo in maniera semplice e diretta.

Temenuga Babanova

Alcuni dipinti dell’artista indiscutibilmente appartengono all’arte figurativa, con la particolarità di avvicinarsi all’idealismo artistico: distorce la realtà con colori vivaci e impreziosisce la tela nel tentativo di esagerare la parte bella dei colori, così sopprime la volgarità della realtà che la circonda. Gli oggetti rappresentati, in genere paesaggi, vengono stilizzati con un proprio stile e nuovamente reinterpretati, in modo di lanciare lo spettatore in una realtà onirica.

Altri dipinti richiamano l’arte astratta con piccole isole di realtà interpretabili da indizi scelti volutamente per dare una localizzazione alla propria rappresentazione artistica, così in un paesaggio si può capire se ci troviamo in un prato o in un mare. Il resto rimane tutto da interpretare con libero spazio alle emozioni.

Yuleisy Cruz Lezcano. Nata a Cuba il 13 marzo 1973, vive a Marzabotto (Bo). In Italia dall’età di 18 anni, ha studiato all’Università di Bologna laureandosi in “Scienze infermieristiche e ostetricia” ed in “Scienze biologiche”. Svolge attività lavorativa nella sanità pubblica.
Nel tempo libero ama dedicarsi alla scrittura di poesie e racconti, alla pittura, alla scultura e alla fotografia.
Numerosi sono i concorsi letterari a cui ha partecipato, ottenendo premi, riconoscimenti e apprezzamenti della critica. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni.

La sua poetica trae ispirazione sia dalla letteratura Europea (Rimbaud, Baudelaire, H. Hesse, F. Pessoa, G. D’Annunzio, E. Montale, G. Gozzano, P. Salinas …) sia da quella dei poeti americani e latino-americani (Edgar Lee, Walt Whitman, Rubèn Darìo, Julio Cortàzar, Alejandra Pizarnik …).

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pa;
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COLLEGIO DEI PROBIVIRI
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